News
La nostra Mission
Happy Child vuole esserci: per i bambini, le famiglie e tutte le persone che abitano i nidi e le scuole d’infanzia, in una prospettiva di continuità 0-6.
Desideriamo impegnarci perché tutti i bambini abbiano l’opportunità di esserci, di lasciare il segno, di dire la
propria su tutto, di esplorare e provocare la curiosità di noi adulti.
Desideriamo una scuola che diventi attivatore e facilitatore di conoscenza, scambio, confronto e che non si faccia schiacciare dalla quotidianità, dall’omologazione di obiettivi e traguardi di sviluppo; una scuola in cui si
comunica in cerchio, insieme e a 360°; una scuola sostenibile, in cui le regole siano sostenibili e fungano da
sostegno per bambini e famiglie; una scuola ecologica, che accolga i naturali processi della vita, dove si può
scoprire che esistono differenze, divergenze e contraddizioni; infine, una scuola dove mettere radici ben
salde che consentano di appoggiarsi con sicurezza a una base solida e aprirsi con fiducia al mondo.
Happy Child propone un progetto educativo e pedagogico che può definirsi integrato e sistemico: bambini, genitori, educatori, spazi e ambienti sono intrecciati e coprotagonisti del processo educativo.
Non parliamo di Metodo Happy Child, ma di approccio Happy Child:
Come guardiamo al bambino?
Come alla sua famiglia?
Come all’intera équipe educativa che se ne prende cura?
Scegliamo di orientare il nostro lavoro a un approccio maieutico, esperienziale, non direttivo, in cui
educatori e bambini sono coprotagonisti di ricerche, esperienze, scoperte.
Il progetto pedagogico e didattico Happy Child si basa su un impianto metodologico e solidi
riferimenti teorico-culturali:
- pensiero complesso e dialogico (Morin, Munari, Piaget);
- approccio maieutico e socio costruttivista (Vygotskij, Bruner);
- intelligenze multiple (Gardner).
Variabili imprescindibili – parole chiave - sono l’osservazione dei bambini, la curiosità che spinge alla ricerca, l’esplorazione, la flessibilità, spazi e ambienti aperti a diverse piste progettuali.
Esplorare significa prestare attenzione, fermarsi, attendere, stare in ascolto, osservare con cura, scegliere con cautela e rispetto le parole da dire e le azioni da compiere, essere disponibili a fare passi indietro, cambiare idea o direzione.
Lavorare con i progetti e non con le unità didattiche significa riprendere in mano spesso il progetto, aggiustarlo se necessario. Da un lato occorre prevedere a grandi linee verso quali direzioni potrebbe evolvere il percorso in base agli obiettivi di sviluppo, ai traguardi di competenza e ai principali nodi individuati all’inizio, dall’altra parte occorre lasciare aperta la possibilità di modificare la progettazione valutando i processi attivati dal gruppo e dai singoli, sapendo che prima o poi interverranno degli “attesi imprevisti” (Perticari, 1996).