rabbia

Buongiorno, vi scrivo perché sono caduta, credo, in un corto circuito mentale sulla questione “Regole”. Abbiamo un bambino di 2 anni solare, affettuoso, animato da una decisa spinta all’autonomia e molto esuberante sia dal punto di vista comunicativo che motorio. Uno con cui è andato tutto liscissimo, finora. Un cuor contento che, al netto dei normali capricci spero fisiologici per la sua età, di massima rispetta le regole concordate tra mamma e papà. Il che sembrerebbe formare un quadro idilliaco… se non fosse per gli attacchi di rabbia, che nulla hanno a che fare con i suoi capricci volanti. E ci chiediamo se questi sfoghi non nascano dai suoi sforzi nel rispettare regole che a noi sembravano sensate, in qualità e numero, ma forse non lo sono. Quello che abbiamo fatto è stato formulare regole chiare e sintetiche, non generiche, nella speranza che fossero accolte e comprese facilmente.
Per esempio, una volta sconfitti su un generico “Ti devi comportare bene”, fallimentare forse perché è una regola che rappresenta un contenitore di mille cose diverse che lui non può cogliere tutte insieme, abbiamo riparato su un più specifico “Non si mettono i piedini sul tavolo”.
Fallito il “Devi stare attento”, siamo passati al “Non si sta in piedi sulle seggiole / Non si salta da soli giù dai muretti” etc. Questo però ci ha portato ad avere davvero TANTE regole: il più delle volte non bisogna neanche ricordargliele, però ci sono, aleggiano nell’aria, le ha fatte sue. Me ne vengono in mente fino a 4 solo per il momento dei pasti (da rinfrescare solo all’occorrenza, cioè ormai quasi mai): non si mettono i piedini sul tavolo / non si butta la pappa per terra / si dà un assaggino a tutto / si mangia a tavola, i giochi aspettano la fine della pappa. Tutte queste regole lui le conosce: se non ne rispetta una, gliene ricordiamo l’inizio con un sorriso, e lui finisce di recitarla tutto contento e in linea di massima si raddrizza da solo. Però, da un mesetto, accade che abbia degli attacchi di rabbia. Durante questi momenti può succedere che ci spinga via, rimbalzi tentativi di riportarlo alla calma oppure provi a darci delle botte. Non piange: sembra proprio irato. In queste situazioni, distrarlo è davvero dura. Questo avviene solo nei confronti di mamma e papà, oppure tra sé e sé, e non necessariamente a fine giornata. Sembrano attacchi di frustrazione che non riusciamo a contenere, né a comprendere e prevedere. Visto che i suoi sforzi di autonomia vanno spesso a buon fine, e ogni giorno sembra che la sua mappina mentale del mondo acquisisca nuovi pezzi, non capiamo da dove derivi questa frustrazione. E’ un bimbo che sembra proprio sereno… siamo noi con le nostre regole a pretendere troppo? E lui si sforza per starci dietro ma sono troppe e quindi lo fa, ma poi “da qualche parte” scoppia? Se è così, non capiamo quale sia la giusta misura, delle regole. Abbiamo provato a scegliere le nostre battaglie, mettendone alcune nel dimenticatoio. Dandogli più libertà da una parte, insomma, però mantenendo ben ferme le regole residue dall’altra. Nessun risultato positivo. Comprendiamo, in linea teorica, che le regole debbano essere poche: ma cosa vuol dire poche, nel concreto? E se devono essere poche, non diventano forzatamente troppo generiche e quindi troppo difficili da accogliere? Siamo finiti in un’impasse. Help!

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Gentile Signora,
la sua lettera è ricchissima di particolari, di descrizioni e suscita altrettante domande per fornire risposte adeguate. Cercherò quindi di darLe alcuni spunti, di fornirLe alcuni criteri per vivere in modo sereno, insieme al papà del bambino, uno dei periodi più “esplosivi” tra le tappe evolutive dagli 0 ai 6 anni.
Tra le emozioni più frequenti che il bambino non sa dominare, ma nemmeno riconoscere e nominare è proprio la rabbia, quella che chiamo “ira funesta”, quella che attraversa un lungo periodo della crescita e che spesso si esprime tramite l’aggressività. E’ una questione di immaturità relazionale, naturale per l’età, quando la parte istintiva del cervello domina ancora quella cerebrale.
Quando esplode la rabbia, noi adulti dobbiamo esercitare un contenimento fisico ed emozionale, sicuri che il bambino riuscirà un po’ alla volta a vivere un maggior autocontrollo, con la ricerca di aiuto e conforto presso gli adulti. Nella fase attuale di crescita non possono essere efficaci stimoli, incoraggiamenti, richiami verbali.
Le regole sono indispensabili per la sicurezza, per l’equilibrio emotivo del bambino e ne dobbiamo essere convinti noi adulti perchè i bambini possano respirarne la validità, Devono essere poche, basilari, chiare, vissute senza eccezioni e con la concreta partecipazione di entrambi i genitori. Devono comunicare un messaggio positivo nella loro formulazione (evitare NON DIRE, NON FARE, NON TOCCARE), devono essere spiegate in modo semplice, adatte al bambino e motivate, anche se il bambino ha 18 o 24 mesi.
Devono essere proporzionate all’età e non conseguenti alla nostra idea, pur comprensibile, o aspirazione di bambino perfetto.
Le regole esigite devono essere vissute anche da noi adulti perché l’esempio è trascinante e la coerenza sorprende il bambino che non può sottrarsi alla loro realizzazione, se oltretutto sappiamo presentarle con allegria e autorevolezza.
Come Lei stessa afferma, le regole non possono essere vaghe e generiche, ma poche e applicabili. Credo proprio che con un buon cocktail di pazienza, perseveranza e ottimismo la Sua fatica attuale darà i suoi frutti.
Le tappe di crescita evolvono velocemente: sarà solo necessario adattare progressivamente le Sue regole ai bisogni del bambino in quel momento e soprattutto le Sue richieste avranno sempre un tono di voce basso ed un viso sorridente: fermezza nelle richieste e dolcezza nell’esprimerle.
Buon lavoro!

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