Buon pomeriggio,

sono una mamma di una bimba di 3 anni. Mi piacerebbe capire come affrontare l’argomento Natale da quest’età in poi. Vorrei riuscire a passare a mia figlia la magia che avvolge questa festa. Al giorno d’oggi i bambini crescono con la lista di regali da fare che gli porterà babbo natale se saranno bravi e puntualmente arriva magicamente tutto.

Richieste a volte assurde che magari il genitore stesso divide con amici e parenti per accontentare il bambino.
Sono da sempre contraria a questo genere di cosa in quanto secondo me toglie un po la magia della sorpresa e in più anche “l’accontentare” in tutte le richieste della lista mi sembra eccessivo.
E’ per questo che la  mia bimba non fa la lista a babbo natale ma scegli un bel regalo che desidera tanto. Ovviamente poi arriva sempre qualcos’altro : amici e parenti fanno sempre pensierini che poi alla fine si accumulano sotto l’albero.
Quello che vorrei passare a mia figlia è il significato di un Natale non pieno di regali, ma è quello di stare assieme alla famiglia (nonni, i cuginetti …) passargli il valore della festa in sè più che quella di aspettarsi mille regali.
Mi trovo spesso in conflitto con le altre mamme per questo in quanto mi dicono che il Natale è dei bambini e che quindi più regali si scartano e meglio è…
insomma… vorrei capire meglio come affrontare questa tematica!!!
grazie mille

RISPOSTA

Gentile Signora,
è vero, il Natale, come dicono le mamme, è la festa dei bambini, ma proprio per questo, può essere vissuto come momento educativo oltre che affettivo senza nulla togliere alla magia che luci, regali, incontri e feste portano con sè.
Il significato religioso della festa ne è l’origine ed è molto vicino al cuore ed alla sensibilità del bambino perché ricorda la nascita di un altro Bambino a Betlemme, in una stalla tra un bue ed un asinello. Non è una fiaba, ma il racconto di un fatto di cronaca affascinante, consolante ed unico.
Proprio dalla luce della stella cometa che illumina la notte, dal coro degli Angeli, deriva la tradizione delle luci, dei canti, della musica, della festa di Natale.
Il Bambino di Betlemme ha ricevuto doni da persone umili (i pastori) e da persone potenti (i Magi) e ha donato se stesso agli uomini.
Questo del dare e ricevere doni è l’aspetto più diffuso anche oggi, ma è vissuto con il limite del non conoscere il significato del donare nel senso di condividere, di rinunciare a qualcosa di nostro per darlo agli altri, di dare tempo e attenzione con un sorriso.
Ai bambini in età di Scuola dell’Infanzia è possibile trasmettere questi valori perché sono in grado di capire molto più di quanto crediamo noi adulti se, con il nostro affetto e con la nostra stima, li sappiamo stimolare in tal senso.
Proprio perché essi hanno bisogno di vivere, di sperimentare le cose belle che noi diciamo loro, sarebbe auspicabile, anche a tre anni, portare un giocattolo, un dono ad un altro bambino meno fortunato, per renderlo felice.
Noi tutti sappiamo che la figura di Babbo Natale, come lo conosciamo con la barba bianca e l’abito rosso, nasce dalla genialità e dall’audacia di un pubblicitario americano che ha attinto con fantasia alla figura di San Nicola (Santa Claus), un santo del 300 d.C. che con molta generosità portava doni ai bambini.
Adesso Babbo Natale porta i doni ai nostri bambini, durante la notte di Natale, con una sorta di complicità con i genitori che inoltrano letterine e desideri dei figli di età diverse. I doni devono essere però contati, in parte desiderati e in parte inaspettati!
Cara signora, la Sua lettera ci fa sentire il Natale più vicino e sempre attuale perché è vero che fare festa con cuginetti, zii, nonni ed amici è motivo di grande gioia per tutti e soprattutto per i bambini.
I suoi dubbi, le sue affermazioni sono condivisibili e mi spiace per quelle persone che non intendono porre limiti ai loro bambini, neppure per festeggiare il Natale, perché quei figli difficilmente accetteranno limiti più avanti quando presenteranno ulteriori richieste.

Grazie per la Sua fiducia e BUON NATALE!

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